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mercoledì 2 aprile 2008

ELEZIONI 08 - DUELLO TV VELTRONI-BERLUSCONI (2) COSA HA DETTO VELTRONI


E' il turno del leader del Partito Democratico Walter Veltroni

WALTER VELTRONI (PD)

E' decisamente smart l'ingresso in scena, strette di mano, sorrisi, un "ciao" confidenziale ai giornalisti in studio, nei fatti è entrato un vecchio amico più che un politico da punzecchiare. A pochi istanti dalla fine della performance del suo "principale avversario" come è solito chiamarlo, tocca a Walter Veltroni prestarsi ai giornalisti nel primo confronto tv "virtuale" con Silvio Berlusconi, a Conferenza stampa su RaiDue. In studio Gianni Riotta (direttore del Tg1), Mauro Mazza (direttore del Tg2), Stefano Folli (Sole 24Ore), Marcello Sorgi (La Stampa) e la conduttrice Giuliana Del Bufalo (direttore di Rai Parlamento).

Il Cavaliere arriva nella sede Rai di Saxa Rubra cinque minuti prima della messa in onda sfidando il rischio-traffico a un soffio dal fischio d'inizio di Roma-Manchester allo stadio Olimpico. Veltroni è là mezzora prima. Salva la par condicio, i due non si sfiorano neppure. Nello studio, uno esce da una porta, l'altro entra dall'altra, come Alberto Sordi professor Tersilli medico della mutua. Tant'è che Berlusconi alla fine dice "avanti il prossimo, come dal dentista".

Una leggera abbronzatura valorizzata dal celeste chiarissimo della camicia, giacca scura sbottonata (Berlusconi in doppiopetto grigio fumo d'ordinanza), e cravatta blu con micro-fiorellini bianchi (anche il Cavaliere ne ha scelta una blu, ma con piccoli disegni Paisley bianchi profilati rosso-arancio), Veltroni scongiura il rischio di indossare una cravatta troppo simile a quella del suo "principale avversario", come accadde lo scorso febbraio quando il leader del Pdl fu ospite del Tg1 mentre, in contemporanea, il candidato premier del Pd registrava la puntata di Porta a porta.

"Il lavoro, soprattutto. Il leader del Pd tocca i temi centrali della campagna elettorale e ribadisce le priorità, legge elettorale, crescita economica, salari e pensioni e soprattutto il lavoro. Se Berlusconi aveva detto "non avverto l'allarme della sinistra che vede la precarietà come male assoluto della gioventù", lui replica deciso: "E' il dramma più grande del paese. Per i giovani il futuro è una minaccia, dobbiamo ridare loro speranza". Un cenno all'affondo del Cavaliere contro il Quirinale: "Attaccare il capo dello Stato è una cosa che ci riporta al quindicennio appena passato".

"Pensioni e salari, le risorse ci sono". Il risultato di un sistema politico "fondato sulla cultura della conservazione" in cui "da quindici anni si parla delle stesse cose" è che "l'Italia ha perso 11 punti di pil nel confronto con gli altri paesi, dove si è corso, e noi chiusi nel nostro recinto". Bisogna intervenire su prezzi, salari, pensioni e "l'extragettito può essere usato per detrazioni e aumenti, interventi che aiutino la domanda interna a riprendere e diano fiato al paese". Nessun aumento, poi, delle rendite finanziarie, "ma un intervento per mettere sullo stesso piano la tassazione sui conti correnti dei cittadini e certi benefit sulle stock option".

Compenso minimo e sostegno fiscale. In 23 paesi europei su 27, osserva Veltroni, "esiste il compenso minimo legale come noi lo proponiamo, così come proponiamo il sostegno fiscale alle imprese che stabilizzano i lavoratori. In Italia ci sono condizioni sociali inaccettabili, bisogna intervenire. Le imprese - continua - hanno il diritto di valutare i lavoratori attraverso l'apprendistato, ma non si può aspettare la reiterazione infinita dei contratti di collaborazione".

Le urgenze. Il leader del Pd passa in rassegna alcuni nodi del paese. Alitalia, ad esempio, "problema di lunga gestazione che è stato sul tavolo del governo tra il 2001 e il 2006, così come l'emergenza in Campania". Non crede "alla crocifissione" ma "a responsabilità diffuse, ciascuno deve guardare in casa sua". Quanto a Napoli, ribadisce: "Finché c'è un'emergenza è giusto che un'amministratore pubblico stia lì. Poi andrà pensata una fase di rinnovamento". Se la prende con il peso della burocrazia in Italia, ricorda che "è stato presentato un provvedimento per snellire la produzione legislativa". E quanto ai giovani, Veltroni ribadisce l'importanza "del talento e del merito". Torna sulla criminalità organizzata, citata nei giorni recenti: "Possiamo accettare passivamente che in Italia esistano mafia camorra e 'ndrangheta? Una condizione per lo sviluppo è che il Sud si liberi da queste succhiasangue".

"Incollati al Pdl. Vogliamo vincere". Non manca una valutazione, in termini di consenso, della differenza con il Pdl. "Eravamo partiti a settembre a ventidue punti di distanza, ora siamo lì a un'incollatura grazie alla nostra scelta di coraggio". "Vogliamo vincere, non perché sia il nostro obiettivo ma per una terapia di innovazione di cui l'Italia ha bisogno. Vincere non è un fine, ma un mezzo". E quella del "vincere perdendo", facendo raggiungere al Pd il 35% "non è che una teoria - taglia corto - noi vogliamo vincere".

(da repubblica.it)

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