INTERVISTA AL RETTORE DELL'UNIVERSITA' DI BARI SULLO SCANDALO SCOPPIATO OGGI DOPO GLI ARRESTI NELL'OPERAZIONE "ESAMOPOLI"
Rettore Petrocelli, lei, secondo quanto ha raccontato il procuratore capo Emilio Marzano, ha garbatamente protestato per le modalità dell'operazione che ha portato all'arresto un professore dell'Università di Bari.
"Ho protestato perché sono indignato per quello che è accaduto questa mattina in città e nella mia università".
A cosa si riferisce, esattamente?
"Al fatto che per un'inchiesta che risale ad oltre un anno e mezzo fa, con fatti che sono stati già accertati, in ateneo sono arrivati i carabinieri con i mitra spianati".
E dunque ha manifestato la sua indignazione al procuratore.
"Certamente. Anche perché non solo si tratta di un professore che nel frattempo è andato in pensione ma in questo ultimo anno nell'Università di Bari abbiamo fatto una serie di cose importanti per evitare corruzione e nepotismo".
Si riferisce all'approvazione del codice etico?
"Abbiamo varato questo importante documento per evitare che le parentele possano essere usate per far carriera all'interno delle facoltà. Insomma c'è stata una svolta importante. Abbiamo compiuto dei significativi passi in avanti anche sul piano dell'immagine per quanto riguarda trasparenza e correttezza che il blitz scenografico di questa mattina rischia di mettere seriamente in pericolo".
Quest'inchiesta dunque riguarda un passato che vi siete messi alle spalle?
"Guardi che tutto è iniziato con la denuncia dell'ex preside della facoltà di Economia Cecchi. Ciò vuol dire che c'è sempre stata una parte sana in questo ateneo. In più devo dire che questi risultati sono anche il frutto di una aperta, franca e sincera collaborazione tra Università e la magistratura, la procura di Bari in particolare".
Nella sostanza, gli studenti cosa devono pensare dei loro professori?
"Io credo che la stragande maggioranza del corpo docente dell'ateneo barese non solo sia onesta ma è sana nel senso più ampio della parola".
FONTE repubblica.it (sezione locale di BARI)
Rettore Petrocelli, lei, secondo quanto ha raccontato il procuratore capo Emilio Marzano, ha garbatamente protestato per le modalità dell'operazione che ha portato all'arresto un professore dell'Università di Bari.
"Ho protestato perché sono indignato per quello che è accaduto questa mattina in città e nella mia università".
A cosa si riferisce, esattamente?
"Al fatto che per un'inchiesta che risale ad oltre un anno e mezzo fa, con fatti che sono stati già accertati, in ateneo sono arrivati i carabinieri con i mitra spianati".
E dunque ha manifestato la sua indignazione al procuratore.
"Certamente. Anche perché non solo si tratta di un professore che nel frattempo è andato in pensione ma in questo ultimo anno nell'Università di Bari abbiamo fatto una serie di cose importanti per evitare corruzione e nepotismo".
Si riferisce all'approvazione del codice etico?
"Abbiamo varato questo importante documento per evitare che le parentele possano essere usate per far carriera all'interno delle facoltà. Insomma c'è stata una svolta importante. Abbiamo compiuto dei significativi passi in avanti anche sul piano dell'immagine per quanto riguarda trasparenza e correttezza che il blitz scenografico di questa mattina rischia di mettere seriamente in pericolo".
Quest'inchiesta dunque riguarda un passato che vi siete messi alle spalle?
"Guardi che tutto è iniziato con la denuncia dell'ex preside della facoltà di Economia Cecchi. Ciò vuol dire che c'è sempre stata una parte sana in questo ateneo. In più devo dire che questi risultati sono anche il frutto di una aperta, franca e sincera collaborazione tra Università e la magistratura, la procura di Bari in particolare".
Nella sostanza, gli studenti cosa devono pensare dei loro professori?
"Io credo che la stragande maggioranza del corpo docente dell'ateneo barese non solo sia onesta ma è sana nel senso più ampio della parola".
FONTE repubblica.it (sezione locale di BARI)
Nessun commento:
Posta un commento